La precarietà del rapporto della nostra specie con l’ambiente è un elemento noto. Meno scontata pare la consapevolezza del gap che si è creato tra l’acquisizione del problema, supportata da dati e osservazioni e la condivisione delle contromisure a livello globale, a cui deve ancora corrispondere una effettiva ed efficiente applicazione.
Secondo i report internazionali dell’IPCC possiamo mettere in campo esclusivamente strategie di mitigazione e adattamento rispetto agli effetti dei processi innescati, ma dobbiamo farlo meglio e rapidamente, rispettando scadenze e impegni assunti dai singoli governi.
La pandemia ha messo ancora più a nudo le nostre fragilità, la difficoltà ad essere reattivi e resilienti di fronte a crisi collettive che solo la plasticità di comunità unite e coscienti, con priorità ristabilite, può permetterci di affrontare.
In un contesto di grande incertezza i cittadini decidono talvolta di intraprendere percorsi individuali che segnano sentieri nuovi, possibili tracce per soluzioni estendibili alle comunità, alla ricerca di una fiducia in nuovi equilibri, basati su forme di rispetto e dialogo con i contesti naturali.
Il 27 maggio si è tenuto il terzo evento online del ciclo Terre Alt(r)e per il quale abbiamo selezionato alcune figure femminili, protagoniste di queste nuove vie. A loro abbiamo chiesto di raccontarci quali obiettivi le guidano e con quali parole chiave identificano le strade che stanno percorrendo. Ne è emerso un quadro ad incastro che lascia intravedere alcune luci, una predisposizione cooperativa e alcuni “tools” per procedere. Un’esperta di edilizia con materiali naturali, una psicoterapeuta e una studiosa di politiche di gestione delle risorse idriche hanno scelto luoghi “altri”, in cui sviluppare nuove forme di autonomia. Raccontano tutto questo in terza persona, guardando a se stesse come elementi di un contesto più ampio, con cui mantengono relazioni costanti.
Rimane infatti la necessità urgente di politiche nazionali e globali radicalmente impegnate in direzione della sostenibilità e su questo abbiamo chiesto a Ilaria Pertot, dell’Università di Trento, di darci una visione come esperta di scienza agroalimentare. Dai dati emerge un forte aumento negli ultimi anni del numero di aziende innovative nel campo dell’agricoltura biologica, segno di un cambiamento nelle richieste dei consumatori e di un processo di distacco da un “mondo che non ci piace più”. La “fruizione” delle risorse tende a sostituire un loro “consumo bulimico” e la “cura” dell’ambiente pare la chiave per una vita più in linea con la nostra storia evolutiva.
Ilaria Pertot è anche co-autrice con Andrea Segrè del libro “A che ora è la fine del mondo” (Edizioni Ambiente), un esperimento di scrittura partecipata, in cui i molteplici possibili finali sono stati scritti dai lettori. Da questi emergono varie “prove di futuro”, per esplorare nuove vie di uscita.
La registrazione dell’evento può essere vista sul canale YouTube di Venice Climate Lab.
Bianca Nardon, Venice Climate Lab
ANGELA GRANZOTTO
Appassionata da sempre di animali ed ambiente, Angela, consegue una Laurea e poi un Dottorato in Scienze Ambientali. Nell’arco dei successivi 10 anni svolge attività di ricerca in laboratorio sulla sostenibilità della pesca, fa educazione ambientale nelle scuole e molti altri lavori legati all’ambiente e alla comunicazione.
Nel 2009 conosce il mondo dell’edilizia naturale e, grazie all’attività manuale dell’utilizzare la terra come materia per costruire, si riconnette con la Natura ed intravede la possibilità di praticare il cambiamento che desidera vedere nel mondo. Inizia la ricerca, assieme alla sua compagna, di un posto dove poter condurre una vita quanto più possibile in armonia con la Natura che ci ospita e 8 anni fa lo trova: una vecchia stalla con fienile con un ettaro e mezzo di prato circondato dal bosco in Carnia. Ristrutturano con materiali naturali l’edificio ed iniziano ad avviare degli orti a conduzione biologica. Prestano particolare attenzione all’approvvigionamento sostenibile delle risorse necessarie per vivere: l’acqua, la corrente elettrica, l’energia necessaria per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua.
Iniziano quindi una magnifica avventura che le sta portando a conoscere ed avere consapevolezza sempre più profonda della Natura che c’è fuori e dentro di noi tutti.
L’attività di partecipare alla costruzione (o ristrutturazione) della propria casa permette di attingere a delle conoscenze ed energie ataviche che tutti noi possediamo, è molto di più che una semplice attività manuale e pratica. Utilizzare materiali naturali, inoltre, ci aiuta a prendere consapevolezza del peso dei nostri passi sulla Terra.
Le sue parole chiave sono GIOCO e CONTEMPLAZIONE.
Il “gioco” come uno tra i più nobili strumenti a nostra disposizione per conoscere il Mondo, le relazioni inter ed intra-specifiche, noi stesse. Con il gioco otteniamo sempre delle risposte, a volte attese ed a volte inattese, sempre risposte preziose.
La “contemplazione” come strumento per riconnetterci alla realtà che viviamo, alla realtà che siamo.
Gioco e contemplazione ci aprono due portali: quello della mente e quello del cuore, che sono strettamente connessi tra loro.
Podere con stalla restaurata e convertita in abitazione dove vive Angela nel comune di Lauco, in provincia di Udine
PRIMIANA LEONARDINI PIERI
Primiana Leonardini Pieri ha iniziato nel 2003 il suo percorso di transizione, trasferendosi nel 2005 in un grande bosco, Le Macchie, sulle colline di Castellina Marittima (Toscana), dove vive e lavora.
Un luogo residuale, di margine, disabitato dalla seconda guerra mondiale fino al suo arrivo.
Psicologa e Psicoterapeuta, attraverso la Permacultura e l’Agroecologia Primiana ha sviluppato il suo progetto di vita personale e professionale, affinché entrambe risuonassero dello stesso intento e potessero essere messe a disposizione dell’evoluzione interiore dei suoi clienti: riavvicinarsi alle sorgenti prime della Vita e della Salute, cioè alla Natura e agli equilibri ecologici, alla fisicità e alla relazione consapevole e integrale con l’Ambiente Naturale, per riappropriarsi delle dimensioni più profonde e autentiche di Sé, oltre che dei principi regolatori del nostro organismo. Queste dimensioni e questi principi, infatti, risuonano armonicamente con la Natura (e con essa si riequilibrano) perché attraverso di essa si sono forgiati nei millenni. In essa possono riconoscersi, rispecchiarsi, rigenerarsi. Esperta in Medicina Forestale, Primiana ha potuto approfondire le ricerche e le esperienze ormai quarantennali che dimostrano in tutto il mondo il legame organico, oltreché psichico, che intercorre tra noi e la Natura, in particolare attraverso la mediazione del Regno Vegetale, nostra prima casa e prima medicina nel corso dell’intera nostra evoluzione.
I contesti urbani e la vita che li caratterizza rispondono a esigenze altre (per lo più finanziarie, economiche e di efficentamento produttivista) rispetto alla nostra natura, e per questo ci immergono in una compagine di stimoli spesso estranei e disequilibranti: i ritmi, le sostanze chimiche inquinanti, i suoni, le pressioni relazionali, i condizionamenti culturali, i materiali, le luci…. In questa dimensione artificiale e artificiosa, si dispiega la crescita esponenziale delle patologie stress-correlate, sia psichiche che organiche, oltre che legate all’accumulo di inquinanti, e l’inconsapevole propagazione di comportamenti antiecologici e drammaticamente lesivi dell’ambiente, cioè, alla fine, di noi stessi e delle nostre stesse opportunità di vita sul pianeta.
Le sue parole chiave sono TRAGITTO e SENSI.
“Tragitto” perché di fronte ad una società che vorrebbe annullare ogni percorso, velocizzandolo il più possibile, per trasformarci in collezionisti di risultati (peraltro definiti dai bisogni di altri e di spessore discutibile senza una profonda esperienza del percorso), riappropriarci dell’intensità esperienziale del percorso significa riappropriarci di noi stessi.
“Sensi” perché in una società sempre più dematerializzata, il rischio di venir derubati delle potenzialità meravigliose del nostro corpo è davvero alto. I sensi sono le porte della nostra Coscienza; privarci della possibilità di dispiegarli, affinarli ed utilizzarli, significa amputarci parti di Coscienza oltre che di connessioni neuronali, abilità psicomotorie e funzioni metaboliche.
Attraverso esperienze di relazione consapevole con la Natura, Primiana “si prende cura”, fa terapia e permette il recupero e la rigenerazione di tutte queste funzioni. Un esempio: almeno tre volte al giorno, ognuno di noi compie l’atto più tangibile della propria interdipendenza con la Natura e il con il Pianeta: mangia. Eppure, mai come oggi rischiamo di dimenticarci da dove viene quel cibo, se davvero assolve alle nostre necessità, in virtù di quali pratiche è possibile, e con quali conseguenze, su di noi e sull’ambiente.
Azienda Agricola Le Macchie a Castellina Marittima, privincia di Pisa. Per saperne di più visitate il sito Azienda Agricola Le Macchie, oppure il sito Bosco Medicina
SILVIA SANTATO
Per sette anni Silvia ha svolto ricerca su adattamento e gestione della risorsa idrica presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici a Venezia fino a quando qualcosa le ha fatto cambiare strada. Da un lato ha sentito sempre più forte la necessità di vedere un risvolto pratico delle sue ricerche, ovvero che governi e istituzioni considerassero nelle decisioni politiche la necessità di intraprendere quanto prima possibile una riforma nella gestione della risorsa idrica in Italia, specialmente in vista degli impatti previsti della siccità. Dall’altro lato c’è stata una questione di coerenza tra teoria e pratica. I ricercatori coinvolti su questioni di cambiamento climatico sono consapevoli che è necessaria una inversione di rotta per poter limitare gli impatti attesi, ma Silvia stessa faticava in prima persona a migliorare le abitudini quotidiane e lo stile di vita.
Da poco più di un anno Silvia ha intrapreso il suo percorso di transizione nella vita a contatto con la natura, il cui inizio è coinciso con il primo lockdown in Italia. Dopo un breve periodo in Perù in cui ha vissuto in una comunità di ex-nativi nella giungla, è tornata in Italia e si è trasferita a vivere con il suo compagno e le sue pecore in Friuli presso la Località Lama di Som nel comune di Caneva, in provincia di Pordenone. Il ritmo della vita all’aria aperta è dettato dalle stagioni, dal meteo e dalla Luna. Tra le esperienze vissute c’è stata la transumanza, la gestione dei pascoli che comprende lo spostare i recinti da un prato all’altro, la programmazione delle nascite degli agnelli, ma anche la predisposizione di orti, il disboscamento di un’area dove ha contribuito alla realizzazione di una stalla in legno, la piantumazione di alberi da frutto e l’approvvigionamento delle scorte di legna per l’inverno. E’ stato anche un periodo dedicato alla formazione on line, e di recente anche in presenza, su tematiche di permacultura, food forest e biodinamica.
L’isolamento tra i boschi e l’esperienza di pastorizia hanno portato a riflessioni e consapevolezze inaspettate e sulla scia di una maggiore resilienza al cambiamento climatico e al sistema economico standard. Tra queste vi è ad esempio il progetto di intraprendere un percorso verso l’autosufficienza alimentare e la condivisione di saperi e mestieri con una comunità di vicinato. I prossimi tempi saranno quindi dedicati a cercare un luogo diverso da quello attuale dove sia possibile creare una nuova economia basata sulle proprie vere necessità e dove un talento del singolo possa giovare anche del talento altrui.
Le sue parole chiave sono COMUNITA’ e ABITUDINE
“Comunità” ovvero tanti piccoli contributi interdipendenti in armonia con la natura a scala locale che si contaminano uno con l’altro di saperi e competenze. “Da soli si arriva prima, insieme si va più lontano”
“Abitudine” ovvero fare in modo che una consuetudine quotidiana con un impatto negativo verso l’ambiente diventi invece un comportamento con risvolti positivi.
Pecore Plezzane al pascolo nei pressi della Località Lama di Som dove vive attualmente Silvia, nel comune di Caneva in provincia di Pordenone